L'opinione è forse il solo cemento della società.
[Cesare Beccaria]

lunedì 14 ottobre 2013

FAZIO E I 5 MLN DI EURO DI INGAGGIO... IL VERO PROBLEMA E' E RIMANE L'AZIENDA RAI

LogoGrande interesse ha suscitato il dibattito live tra Renato Brunetta e Fabio Fazio nella serata di ieri a "Che tempo che fa". Tralasciando colori politici e opinioni strettamente personali riguardanti i due personaggi, vorrei soffermare l'attenzione più genericamente sull'azienda RAI.
Come sappiamo è un'azienda pubblica, il cui C.D.A. è composto da varie personalità elette in parte dal Ministero delle finanze e in parte dalla commissione parlamentare di vigilanza. L'azionista principale (99,56%) è il Ministero dell'economia e delle finanze, mentre una quota residua spetta alla S.I.A.E. (0,44%).
Da anni si dibatte sulla possibilità o meno di privatizzazione di tale azienda, ma con scarsi risultati. Questo dibattito, si riaccende alla luce delle dichiarazioni di Brunetta al programma di Fazio, che hanno scatenato ,come prevedibile, moltissime reazioni nell'opinione pubblica.
Leggendo, per esempio, alcuni commenti all'articolo del Corriere della Sera odierno, emerge la posizione di chi si vede indignato di fronte a tale somma elargita dalla Rai al conduttore, ritenendola ingiustificata in primo luogo in una situazione, quella italiana, non certo di "splendore economico" e attaccando Fazio, che secondo loro è pagato con i soldi del canone dei cittadini. Il ragionamento che sostengono può essere così sintetizzato: alti salari, alto canone e viceversa. Al contrario, c'è chi sostiene come questa somma sia proporzionale al calibro del conduttore, preziosa risorsa per la Rai in termini di odiens e di ricavi pubblicitari. Quindi, secondo questa posizione, la Rai si vede costretta ad elargire un tale stipendio per non lasciare che il conduttore vada in altre aziende televisive già oggi pronte ad accoglierlo con conseguenti perdite di introiti pubblicitari.
C'è, infine, chi sostiene come il vero problema non sia tanto lo specifico "caso Fazio", ma più in generale l'asseto aziendale della Rai, che non permette ad essa di vivere secondo i criteri di economicità alla base di ogni azienda.
Personalmente appoggio l'ipotesi finale, non perchè in disaccordo con le precedenti (entrambe hanno buone ragioni di fondo), ma piuttosto perchè bisogna interrogarsi sul come mai non si riesca a fare della Rai un'azienda televisiva come altre nel mondo: pubbliche, ma efficienti!
A mio avviso pubblico non vuol dire ingerenza della politica, ma piuttosto servizio al cittadino, trasparente ed efficiente! Con ciò intendo dire di eliminare l'attuale asset del C.D.A.
In secondo luogo, è necessaria una riorganizzazione delle combinazioni economiche dell'azienda, che oggi è eccessivamente frammentata con la conseguenza di disperdere capitali e risorse umane (pensiamo agli innumerevoli canali sul digitale terrestre che spesso hanno share tendenti allo 0%).
Inoltre la Rai deve tornare ad essere "azienda produttrice di programmi" non, invece, come allo stato attuale, semplice acquirente di format televisivi da altre aziende estere. In questo modo si crea una rete di risorse umane e di esperienze, utili al paese, ma anche al resto del mondo. L'azienda quindi può aprirsi a nuovi mercati al di fuori dell'Italia e vendere i propri format, ricavando così ingenti somme.
E' necessario quindi, ricostruire un "ciclo televisivo pubblico" italiano in grado di auto-sostenersi. Se ciò avverrà, i cittadini non saranno più costretti a pagare un canone per certi versi ingiusto, non saranno più indignati nel sentire certi compensi elargiti ai personaggi televisivi, perchè non più partecipi attivi di quei compensi, e la Rai potrà essere finalmente autonoma, ma pubblica!

giovedì 3 ottobre 2013

NUOVA STRAGE DEGLI INNOCENTI: OLTRE 100 MORTI E 200 DISPERSI A LAMPEDUSA

Oltre 100 morti accertati, più di 200 dispersi in mare di cui 100 si pensa rimasti bloccati al di sotto dello scafo rovesciato,questo il bilancio dell'ultima giornata di sbarchi lungo le coste di Lampedusa.
E' possibile che sempre più frequentemente assistiamo impotenti a queste stragi annunciate? Il problema degli sbarchi in Italia e più in generale sulle coste del sud Europa sono un problema noto, anche a livello europeo e mondiale, ma nulla o poco si è fatto di veramente efficace per contrastarlo.
Non è bastato Papa Francesco, con la sua indole, il suo carisma a "svegliare" i piani alti dei palazzi nazionali ma, ancora di più, europei. Non sono bastate le numerose visite del Presidente della Repubblica che più volte ha esortato le forze politiche a trovare soluzioni al problema. Non sono bastate le vittime degli anni passati per fermare questo orrore. Non sono bastati gli appelli delle popolazioni locali. Nel mondo odierno servono avvenimenti drastici, al limite di ogni immaginazione per poter pensare di abbattere il "muro dell'indifferenza" che sempre più, ahimè, contraddistingue l'uomo.
Forse, con il sacrificio ingiusto di queste persone che, come noi, hanno il diritto di vivere da persone civili, una vita dignitosa, questa volta muoverà qualcosa e finalmente, insieme, si riuscirà a estirpare questa piaga.
Come può l'Europa, "culla della civiltà", cuore della legalità e del diritto alla vita, permettersi nel 2013 di non intervenire di fronte a fenomeni di tale portata? L'unione Europea, prima ancora di essere monetaria, economica... deve essere assolutamente e imprescindibilmente Comunità di persone, che condividono, pur nelle specifiche diversità, gli stessi valori, che sono fondanti delle società umane.
E' con l'Europa che l'Italia deve cooperare e far sentire la propria voce sulla vicenda, con l'Europa si raggiungono e si sono raggiunti traguardi importanti, con l'Europa si affrontano i problemi che la interessano, anche a costo di spendere ingenti energie monetarie e non, per progetti e obiettivi che vanno oltre l'aspetto finanziario ed economico, perché lo sviluppo "principe", "maestro" di tutti gli altri è sicuramente quello civile e sociale, punto cardine per la costruzione del progetto Europeo. Senza ciò non può esistere una vera Europa!

giovedì 26 settembre 2013

NEL MONDO OLTRE 20 MLN DI "SCHIAVI MODERNI" - E' VERA EMERGENZA!

La schiavitù è stata abolita decenni fa. Questo è quello che viene detto sui libri di storia, questo quello che ci si aspetterebbe, ma non è la realtà!
Siamo di fronte ad un enorme problema di "schiavitù moderna" di cui ognuno di noi, purtroppo, ne è più o meno consapevolmente promotore.
Secondo le rilevazioni di varie organizzazioni ONG si stimano oggi, nel mondo, oltre 20 milioni di schiavi da lavoro (senza contare quelli da prostituzione). Da questi numeri si capisce come il fenomeno sia grave ma, cosa ancora più grave, viene registrato in forte espansione.
Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici. Secondo Bales Kevin, co-fondatore di "Free-the slave", una ONG che si batte contro lo schiavismo moderno, cause di schiavitù, che spesso riguardano anche le società occidentali, sono: il rapido incremento della popolazione mondiale e la mal gestione delle "nuove sfide" di sviluppo che avrebbero favorito il formarsi di nuovi gruppi d'èlite interessati a sfruttare il mutamento sociale ed economico in corso. Tradotto: prezzo da pagare per lo sviluppo repentino di paesi emergenti è quello di sfruttare parte della popolazione stessa (o di altri paesi) per recuperare il "gap" infrastrutturale e sociale con l'occidente. In questo senso si pensi a paesi come la Cina, l'India, ma anche a paesi arabi molto ricchi (in termini di PIL) come Qatar o Emirati Arabi Uniti, dove per la costruzione dei "faraonici" grattacieli muoiono migliaia di lavoratori provenienti dall'Asia che lavorano senza nessuna protezione e in condizioni di schiavismo. Il tutto per chi? Per noi occidentali che ogni anno riempiamo i voli per Dubai, che "navighiamo"nel benessere alle spalle di questi uomini invisibili al mondo "moderno"!
Ma non è tutto. Quando ho detto che ognuno di noi è in maniera diversa corresponsabile di questa schiavitù mi riferivo alle grandi multinazionali (Apple, H&M, Foxconn, ...) che per soddisfare la domanda dei mercati occidentali, fanno lavorare i propri dipendenti con salari da fame, senza nessuna assistenza sociale. E' di oggi la notizia dell'ennesima rivolta nel distretto tessile in Bangladesh (2° più grande del mondo), dove la maggior parte delle multinazionali del vestiario fabbricano i propri capi.
Come è possibile che H&M, per esempio, possa vendere una t.shirt a solo 2 euro! Ecco la risposta! Come è possibile che la Apple abbia ricavi da capogiro dalla vendita di Iphone? Il costo del lavoro è minimo.
E' mai possibile che l'economia moderna deva basarsi esclusivamente sulle prospettive di crescita delle imprese e sulla loro capacità di produrre sempre più ricavi, anche a costo di perdere ogni senso etico?
Io credo che si possa fare impresa anche in altro modo!
E' necessario regolamentare in maniera seria e univoca il mercato globale, che non può e non deve essere "schiavo" esso stesso di certe logiche di potere antiquate e pericolose per gli individui e per il pianeta.
P.s. è sempre di oggi la notizia che per la costruzione delle infrastrutture necessarie ai mondiali in Qatar del 2022 siano già morte 1200 persone. Inaccettabile!



mercoledì 25 settembre 2013

MORALISTI TEENAGERS: DA CYRUS AI VELINI

Oggi non scriviamo di politica o economia ma di attualità. Nel mondo dei giovani sta facendo scalpore una cantante che dal dolce e spensierato mondo della Disney ha dato prova di aver fatto una particolare gavetta, diventando in breve tempo un personaggio che sta sulla bocca di tutti: stiamo parlando di Miley Cyrus. Lo scalpore nasce dalle sue ultime manifestazioni nei media, in cui si è mostrata in atteggiamenti provocanti ed esagerati. Molti hanno denunciato queste sue esagerazioni sia nei video clip delle canzoni sia nelle interviste o negli spettacoli in cui la giovane ragazza dava prova non tanto delle sue abilità canore, bensì della sua bravura in stacchetti osè che univano scene trash e di probabile pessimo gusto ad altre così spinte da volerle chiamare scandalose: nudi, allusioni sessuali, provocazioni e scene fetish la fanno da padroni nelle sue esibizioni. Questo però non vuole essere il solito articolo moralista che condanna la figura della donna che da una parte viene sfruttata e dall' altra sfrutta i media vendendosi. La cosa che più colpisce è infatti la facilità con cui molte teenagers hanno accusato la ragazza per il drastico cambiamento da cantante acqua e sapone a nuova diva dell'esagerazione e dei falsi miti del 21esimo secolo. Cosa che personalmente ci incuriosisce è invece la medesima facilità con cui le paladine del femminismo e della figura della donna dei social network stanno apprezzando la nuova trovata di Matteo Ricci per il programma Striscia la notizia: i velini. Può sembrare un esempio irrilevante, ma la dice lunga sulla facilità con cui le nuove generazioni cambiano idea, non vedendo nel piccolo esempio di due valletti il corrispettivo delle loro controparti femminili tanto accusate dall'opinione pubblica per essere delle donne-oggetto. Non si può condannare un certo tipo di comportamento e far finta di non vedere l'altro. Se si vuole davvero condannare o cambiare la concezione dei sessi occorre farlo alla radice, evitando questa nuova armata di personaggi dello spettacolo, non tanto per una mancanza di valori, ma perché altrimenti anni di lotte per la parità dei sessi e per il rispetto dei diritti e delle persone diverrebbero sempre più offuscati dai falsi miti del successo facile immediato ed esagerato.

sabato 21 settembre 2013

FUMO A SCUOLA: ARRIVANO LE SANZIONI

Ha fatto scalpore la notizia di ieri sera: una ragazza è stata multata per aver fumato a scuola.  La famiglia si troverà una multa di 55 euro. Questo è dovuto al nuovo ampliamento della norma di legge che ora vieta il fumo anche nei luoghi scolastici all'aperto o dentro gli edifici. La scelta è stata effettuata per poter diminuire il numero sempre crescente di fumatori, i quali pare provino proprio a scuola le prime sigarette. Fatto sta che la giovane ragazza del liceo Michelangelo di Firenze sarà solo la prima di tante persone multare (alunni o professori). Le compagne di classe hanno dichiarato che a parere loro la multa sia qualcosa di eccessivo per una semplice sigaretta fumata nel cortile della scuola. Pro o contro, forse non ci si rende conto di quanto sia importante il problema dei fumatori in Italia. Lo stato probabilmente ha esagerato un po', ma evidentemente le campagne di sensibilizzazione non devono essere state sufficientemente efficaci. D'altra parte non si sta parlando solo di una multa per i ragazzi che vengono trovati a fumare a scuola, ma anche di un metodo più o meno efficace per poter allontanare i giovani alunni delle scuole superiori dal fumo. Quante volte abbiamo guardato i ragazzi più grandi di noi fumare una sigaretta e quante volte abbiamo creduto che bastasse fumarne una per potersi credere anche solo un po' più adulti? Insomma, le sanzioni potrebbero essere una mossa esagerata, ma si spera che con un'organizzazione ottimale e non oppressiva si possa debellare l'esercito di giovani fumatori che va via anno dopo anno a formarsi tra le aule delle scuole. Voi lettori cosa pensate invece: vi pare una buona idea o credete sia un'assurdità?

venerdì 20 settembre 2013

RISULTATI SONDAGGIO TAV: L'82% HA VOTATO A FAVORE DELL'OPERA

La settimana scorsa sul nostro blog era stato proposto un sondaggio in cui si chiedeva il parere dei lettori sulla effettiva necessità del tratto TAV Torino-Lione o meno. Nonostante la partecipazione piuttosto limitata al sondaggio (è anche il primo...) Su 11 persone votanti, 9 hanno espresso voto favorevole alla realizzazione dell'opera, solo 1 ha dato esito negativo, come 1 non ha saputo dare risposta.


Intanto nel cantiere si continua a lavorare, è di oggi la notizia che il governo si appresta ad inviare un rimpasto nell'organico dell'esercito per la sorveglianza del cantiere che porterà il numero complessivo di militari impiegati a 415. Sempre di oggi è la notizia del completamento del montaggio della talpa che scaverà per 7,3 km il tunnel del Chiomonte.

giovedì 19 settembre 2013

390 MILIONI DI AIUTI DALLE FAMIGLIE PER LA SCUOLA PUBBLICA (MA SI CONTINUANO A FARE SPESE FOLLI...)

Questa mattina ho letto sul giornale degli oltre 390 Mln di Euro che le famiglie italiane hanno donato alla scuola pubblica italiana l'anno precedente (in gran parte sotto forma di contributi volontari per i laboratori). Cifra immane? Irrisoria, rispetto al costo della scuola pubblica per lo stato? Non è questo il punto. Sicuramente è una cifra che deve far riflettere. Spieghiamoci invece il perchè di questa cifra e l'uso che ne viene fatto dei "contributi volontari per le attività didattiche".
Premesso che ho sempre pagato nel corso della mia carriera di studente, perchè ne sentivo l'esigenza morale, di certo qualche perplessità sull'uso che veniva fatto di quei fondi l'avevo... Ebbene, interrogato l'anno precedente il Preside sulla questione, mi ha risposto che quei fondi purtroppo (e qui lo capisco) non venivano usati per l'acquisto di materiale didattico aggiuntivo, volto cioè al miglioramento della didattica, bensì impiegati per l'acquisto di beni vitali per la scuola e in taluni casi per coprire debiti regressi, questo perchè i tagli effettuati alla scuola negli ultimi anni gli impedivano di adempiere anche alle semplici spese di ordinaria amministrazione. Premesso che ciò non dovrebbe accadere, in quanto la nostra Costituzione sancisce il sacrosanto diritto allo studio gratuito fino ai livelli della scuola superiore, ipotizziamo di avere, comunque (come nel mio caso), un occhio di riguardo per la scuola, accettando, quindi, questo "gioco" non molto pulito che permette nella pratica di far rimanere a "galla" l'intero sistema..
Cosa invece non tollero e denuncio fortemente e avevo denunciato fino a 3 mesi fa (quando ero ancora studente delle superiori)? La mancata visione a lungo termine di alcuni investimenti e l'incapacità di valutare concretamente quali sono i reali benefici di certe scelte didattiche adottate.
Non menzionerò di seguito il nome della mia scuola, ma come lei tante altre sono nella stessa situazione.
Parto subito da un esempio eclatante. L'anno scorso viene inserito un nuovo macchinario a controllo numerico nel laboratorio CNC, dal costo di svariate decine di migliaia di Euro. L'avranno usato, direte voi! La risposta è mai! Ma non solo noi, mai nessuno la userà! Perchè? Perchè i nuovi programmi didattici hanno tagliato drasticamente le ore di officina, rendendo impossibile affrontare il programma CNC (se non nelle sue fasi teoriche), cancellando di fatto un laboratorio in cui erano stati investiti oltre alla suddetta macchina altri 200.000 Euro in pc e tornio CNC. Avete capito bene, oltre 200.000 Euro per un laboratorio nuovo, di cui si sapeva benissimo l'imminente e definitiva inutilità! Quei fondi credo avrebbero coperto l'intera somma di denaro accumulata dai contributi della mia scuola, oppure sarebbero serviti per acquistare carta igienica, sapone, cancellini, lavagne multimediali, e materiale per i laboratori (utilizzati).
Ma non è tutto! Adesso capirete a cosa mi riferisco intendendo "mancanza di visione a lungo termine"...
Uno degli altri problemi che affligge la P.A. e quindi anche la scuola, sono gli appalti pubblici. L'anno scorso è stato introdotto il registro elettronico in tutta la scuola, ciò vuol dire acquisto di un pc per classe dove i professori segnano i voti e le assenze. Fino a qui sembra essere una buona cosa, il problema sorge quando vedi questi pc: nuovi, ma obsoleti. Quando intendo obsoleti non intendo che non hanno l'ultimo processore uscito ecc... ma che non riescono nemmeno a tenere la carica per più di 2 ore, quando la scuola, si sa, dura almeno 5-6 ore! Il problema che questi pc sono nuovi, e forse chi ha proposto nella gara certi computer, pur di vincerla non ha badato a certe essenziali prerogative... Risultato: alcuni professori non lo utilizzavano, si perdevano decine di minuti per cercare una connessione al server che non arrivava, quest'anno si dovranno ordinare nuovi pc! Ergo, ho speso 50.000 Euro l'anno prima, li rispendo l'anno dopo!
Sono questi i veri sprechi da denunciare! Non è solo una mancanza di fondi, ma è anche un problema di capire le priorità, valutare competentemente certi investimenti, avere una visione a lungo termine. Il problema della scuola italiana, purtroppo non è solo quello di far quadrare il monte ore dei prof, o di finire il programma in tempo (altro tasto dolente di cui parlerò in futuro), è un problema complesso e di ampio raggio.