
Si apprende infatti che la Shell insieme al colosso russo del gas Gazprom, stiano inziando una campagna di trivellazione nella tundra russa a ridosso del Circolo Polare Artico. Se fino ad oggi l'Artico era minacciato dai cambiamenti climatici, ora incombe una minaccia ben più grande e con effetti molto più immediati e devastanti: la corsa all'oro nero. Con lo scioglimento precoce dei ghiacci infatti, risultano scoperte ampie fasce di territorio, che diventano preda ambita per le industrie energetiche. Dal canto suo Shell non è nuova in queste sfide, in Alaska pochi annifa aveva iniziato una campagna di trivellazioni oltre il Circolo, rivelatasi un fallimento (navi incagliate, piattaforme alla deriva e bruciate) e che quindi fortunatamente, grazie alla Presidenza Obama (vi ricordo che la Palin era invece a favore di trivellazioni in Alaska), il tutto è stato bloccato e si spera per sempre.
Gli attivisti di Greenpeace hanno come obiettivo quello di proporre alle Nazioni Unite un a sorta di grande "Parco Naturale" del Circolo Polare così da preservarlo da eventuali nuove perforazioni o insediamenti.
Il progetto è ambizioso, la strada è stretta e impervia, sono in gioco interessi mondiali non di poco conto, ma non è impossibile!
Vi invitiamo per ciò a firmare al link sottostante per poter raggiungere le firme necessarie alla petizione, ne servono 5 MILIONI!
http://www.savethearctic.org/